Le mie paure


In passato mi è stato spiegato un meccanismo psicologico non semplicissimo, non molto immediato da capire, secondo il quale, in sostanza, scrivendo qualcosa, mettendolo per iscritto e rendendolo pubblico, parzialmente me ne libero, lo sento meno mio e un pò più di tutti. Spersonalizzo in pratica. Siccome la mia vita in questi anni è stata spesso condizionata dalle mie paure, spesso razionalmente incomprensibili ma che comunque sono riuscito abbastanza chiaramente ad individuare e ad inquadrare, proverò a scriverle, sperando che questo mi aiuti a liberarmene.
Molte delle mie paure sono in realtà riconducibili alla stessa, legata alla salute, ossia, ho paura di fare determinate cose perchè ho paura di stare male, per cui ad esempio mi mette molto in apprensione dovere intraprendere un viaggio da solo. Le mie fantasie in questo caso sono legate non a gravi malattie, ma a piccoli malesseri tipo svenimenti, annebbiamenti della vista, congestioni, attacchi di dissenteria o nausea. Insomma, la casistica è vasta, e il fatto che questi siano contrattempi che possono capitare in qualunque momento senza poter essere preventivati, anche ad un individuo sostanzialmente sano quale io sono, è un aggravante, perchè se mi capitano quando sono a casa o comunque dove posso raggiungere facilmente casa, non mi allarmano particolarmente, ma l’idea che possano capitarmi mentre sono lontano mi mette grande agitazione. Perchè comunque oltre a viaggiare da solo, anche l’allontanarmi da casa in compagnia di qualcuno mi trasmette comunque una certa dose di apprensione, quando parto per le vacanze una parte di me non è mai completamente rilassata. Come se la casa fosse un nido, un rifugio sicuro in cui in fondo non può mai capitarmi niente di particolarmente grave, mentre al suo esterno i pericoli e le insidie si moltiplicano a dismisura. Per questo quando viaggio preferisco sempre avere il controllo del mezzo su cui viaggio, quindi mi sposto rigorosamente in macchina e preferibilmente guidando io, in modo da poter in qualunque momento tornare verso casa senza dovere dipendere da altri. Preciso che tutte queste precauzioni sono puramente teoriche, in quanto poi in realtà quando vado in vacanza sto sempre un gran bene e non mi è mai capitato di dovere o volere rientrare a casa prima dei tempi prestabiliti; anzi, spesso capita il contrario, che mi metta molta malinconia tornare. Ma insomma, amo avere il totale controllo delle situazioni, mi rassicura il tenermi aperta anche la possibilità del rientro anticipato in qualunque momento, qualsiasi cosa succeda. Un pò come faccio con le medicine, che compro e mi porto dietro perennemente, in un sacchettino, ma che poi non uso mai, le faccio scadere ancora sigillate. Ma mi servono anche così, il fatto che ci siano fa da effetto placebo, se mi dovessero mancare sono sicuro che avrei la terribile sensazione che mi servirebbero disperatamente. E’ sicuramente una forma di ipocondria, un pò come quella che di tanto in tanto mi fa autodiagnosticare qualche male incurabile per qualche piccolo sintomo vagamente riconducibile ad esso. Nel corso degli ultimi anni, ho avuto il tremendo sospetto di avere: un tumore allo stomaco, all’intestino, alla prostata, ai testicoli, la leucemia, l’Hiv e il diabete. Ovviamente non ho nulla di tutto ciò, ma ricordo delle notti agitatissime a causa di questi timori, delle ansie indescrivibili nell’attesa dei risultati dei vari accertamenti fatti (ma spesso i sintomi sono spariti da soli nel giro di poco tempo, per cui non sono stati nemmeno necessari approfondimenti clinici). Non so se sia realmente paura di morire, perchè in realtà il pensiero della morte in sè non mi angoscia, è il fatto di sapere prima quanto mi manca da vivere che mi mette agitazione. E’ il prendere coscienza in modo brutale di essere finito (nel senso di non essere infinito, eterno), di avere il tempo restante misurato, definito, anche se mi dicessero che mi restano da vivere venti anni. Sono i limiti a spaventarmi, so benissimo che potrei morire anche tra mezz’ora, ma non lo voglio sapere prima. Una volta che capita è una cosa che non è ne bella nè brutta, è neutra, perchè non so cosa mi sarebbe successo dopo, se sarebbe valsa la pena vivere, una volta che muoio cesso di esistere, non provo più nulla, per cui non sono più ne felice, nè triste, nè sereno, nè angosciato. Non sono niente. Per cui ribadisco, il problema non è morire, è il sapere prima quando succederà.
Ho messo a nudo un pò di me, delle mie debolezze, ho smascherato i miei freni, sperando che così si allentino, mi lascino un poco più libero. Nel corso degli anni mi sono liberato di quelle che sono considerate le maggiori schiavitù e dipendenze senza poi grandi difficoltà, ho smesso di bere, di fumare e di giocare d’azzardo, per cui sono fiducioso, credo che sia possibile. Yes, we can era lo slogan di Obama molto in voga nell’anno passato. Si, anche io posso.

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5 risposte a Le mie paure

  1. Deborath ha detto:

    Ohhhh, Matteo, spassosissimo davvero questo post!!!Mi sembrava di leggere una riflessione della mia amica Annamaria: avete lo stesso modo contorto, ma simpaticissimo, di ragionare e di spiegare le cose…Però ti confesso che anche io ho paura più o meno delle stesse cose, penso che comunque sia naturale e umano tutto ciò…Per cui ti saluto, ringraziandoti per avermi, ancora una volta, regalato un sorriso…:0)

  2. Matteo ha detto:

    Sono contento di regalarti un sorriso, anche se ti confesso che tutto ciò che ti ho raccontato può apparire ridicolo o addirittura paradossale in certi eccessi, ma peggiora notevolmente la qualità della mia vita. Però, come vedi, sono capace di confessare nonchè prendere in giro le mie debolezze, cerco di non prendermi mai troppo sul serio.

  3. Deborath ha detto:

    Il mio non voleva essere un prenderti in giro, Matteo, ti capisco, a volte vivo anche io in questo modo, mi agito per tutto, penso di avere le malattie più assurde e mi vengono le crisi d’ansia soprattutto quando mi metto a letto e vado avanti a valeriane o lexotan, per cui so cosa intendi e so quanto questo possa essere limitante per la tua vita…

  4. Deborath ha detto:

    A me, però, succede soprattutto quando sono agitata già di mio, se sono tranquilla il tutto è molto più gestibile…Spero sia uguale anche per te…Ti abbraccio, sempre con un sorriso e a presto…:0)

  5. Matteo ha detto:

    Grazie, sei molto gentile. Lo so, anche io constato che molta gente condivide queste mie paure, ma io non sono sempre stato così, sono peggiorato negli ultimi anni. Magari così come sono venute passeranno, chi lo sa?

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